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I sovrani di questa stella non erano umani. Quel mondo era dominato da sette forme di vita meccaniche note come Meck-Cavalieri. Ovunque inviarono le loro avanguardie, i Krawler. Questi Krawler tendevano ad assaltare e a distruggere tutte le strutture umane che incontravano. Era alquanto improbabile che provassero emozioni. Impotente di fronte a quelle macchine spietate, l’umanità non ebbe altra scelta che nascondersi. Trovò rifugio in una terra coperta da fitti boschi, buia anche di giorna, conosciuta come “Foresta delle Stelle”. Lì c’era un villaggio nascosto dove gli umani vivevano cercando di non attirare l’attenzione. I volti degli adulti avevano tutti la stessa espressione, un’espressione cupa. Non c’era da meravigliarsi. Passavano la loro intera vita nella foresta oscura e la maggior parte di loro non lasciava mai il villaggio.

Così si avvicendarono molte generazioni, ormai rassegnate al proprio destino. Nel cuore di questi tempi bui, due giovani uomini decisero di sfidare i Krawler. Si chiamavano Auram e Ningirsu. C’era un motivo per il quale combattevano con tanto ardore. Si trattava di Ib, sacerdotessa del villaggio e sorella minore di Ningirsu. Ib, con una bacchetta rituale tramandata di generazione in generazione, aveva creato una solida barriera a protezione del villaggio. Tuttavia, giorno dopo giorno, la minaccia dei Krawler si faceva sempre più insostenibile per la sacerdotessa. I due volevano trovare un modo per alleviare le fatiche di Ib, che stava dando prova di coraggio ed eroismo.

Auram e Ningirsu, insieme al cuccuolo di drago Imduk, varcarono la barriera intenzionati a sconfiggere quanti più Krawler possibili. Un giorno, Ib udì un debole suono come di voce umana proveniente dalle profondità della foresta. Auram e Ningirsu non riuscivano a sentirlo, ma Ib insisteva, affermando di continuare a sentire quella voce. Temendo che Ib decidesse di avventurarsi da sola nella foresta, Auram, Ningirsu e Imduk si avventurarono nell’entroterra.

Il sole era già tramontato e a guidarli era rimasta solo la luce delle stelle. L’aria profumava di alberi e terra. Anche se il suo passo era incerto, Ib avanzava nella foresta come se fosse guidata. Attenti a non perderla mai di vista, i tra la sguivano guardandosi le spalle dai Krawler. D’un tratto, Ib lanciò un grido improvviso e scomparve davanti ai loro occhi. Precipitatisi nel punto in cui era sparita, videro che Ib era caduta da una rupe. A quanto pare, era così intenta a seguire la voce da non accorgersi di non avere più terreno sotto i piedi. I tre discesero lungo la rupe e furono sollevati nel vedere che Ib era illesa. Ma davanti ai loro occhi comparve una misteriosa struttura. Se fosse già stata lì, l’avrebbero notata. Eppure sembrava essere lì da secoli, poiché era incastonata tra gli alberi e avvolta da rampicanti.

Si avvicinarono nervosamente all’edificio. La bacchetta impugnata da Ib si illuminò e l’edificio iniziò a rimbombare, come se stesse rispondendo. Una forte luce si irraggiò dalla struttura, penetrando tra gli alberi e facendo svanire ogni cosa nel suo bagliore accecante. La luce era così spietatamente intensa che i tre chiusero gli occhi all’unisono. Quando finalmente li riaprirono, una fata fluttuava in aria di fronte a loro. La fata parlò al gruppo sbalordito. Sono “Lee la Fata del Calice del Mondo”. Lo spirito che aveva emesso l’intensa luce era stato rinchiuso in quell’edificio, noto come il “Calice del Mondo”, una delle Eredità del Mondo. In passato, il suo dovere era guidare l’umanità, ma i Meck-Cavalieri glielo impedirono.

Da molti anni attendeva l’arrivo di un “Eroe del Mondo” capace di attivare il Calice del Mondo. E… forse erano loro gli “Eroi del Mondo”. “Vi prego, prestatemi la vostra forza per recuperare la luce dispersa delle stelle e salvare il mondo dalla “Grande Oscurità”, disse. Anche se ancora stupefatti dalla storia di Lee, Auram e gli altri rimasero colpiti dalla sua schiettezza e decisero di darle una mano. Lee era piena di gratitudine e donò loro il potere del Calice del Mondo, di cui avrebbero avuto bisogno nel corso del viaggio.

“Per proteggere l’umanità”. Auram e gli altri accettarono la richiesta di Lee e promisero di aiutarla. Accompagnato da Lee, il gruppo si rimise in cammino verso il villaggio, ma si imbatté in alcuni Krawler che bloccavano la strada. Auram, Ningirsu e Imduk si posizionarono di fronte a Ib e Lee, pronti e all’erta. Anche se avevano già affrontato molte volte i Krawler, l’aria era carica di tensione. Il sudore freddo colato dal mento di Auram bagnava la terra della foresta. Quando la tensione raggiunse il culmine, il gruppo si avventò di scatto sui nemici, attaccando gli esoscheletri dei Krawler. Auram squarciava abilmente con la sua spada, Ningirsu trafiggeva agilmente con la sua lancia e Imduk lacerava ferocemente il metallo con i suoi artigli.

Inaspettatamente la battaglia durò poco. Il potere del Calice del Mondo, che Lee aveva donato loro, era più grande di quanto si aspettassero. Non riuscivano a nascondere la loro sorpresa per la straordinaria potenza del Calice del Mondo, che ora permeava i loro corpi. Lee affermava che esistevano altre sei Eredità del Mondo, potenti quanto il Calice del Mondo. Se fossero state recuperate, sarebbe stato possibile distruggere non solo i Krawler, ma anche i Meck-Cavalieri che dominavano il mondo. Queste informazioni diedero grande speranza alla gente del villaggio, che aveva vissuto così a lungo nella foresta oscura. Seguendo le parole di Lee e guidati dal Calice del Mondo, i giovani avventurieri della Foresta delle Stella partirono alla ricerca di un’altra Eredità del Mondo.

Fu così che ebbe inizio il viaggio di Auram e dei suoi amici per trovare l’Eredità del Mondo. Anche se gli avventurieri erano in missione per salvare il mondo, era la prima volta che si avventuravano all’esterno e ogni cosa che vedevano e sentivano era nuova e inaspettata. Lungo il cammino incontrarono molti Krawler ma, grazie al potere del Calice del Mondo, il viaggio proseguì senza grosse difficoltà. Quanto avranno camminato, guidati da Lee e dal Calice del Mondo? Un umido vento carezzava le loro guance. Davanti al gruppo si estendeva una grande palude. Nel fangoso acquitrino era sommerso un potente artefatto. La gigantesca armatura sepolta nella melma era uno degli obiettivi del viaggio: l’Eredità del Mondo chiamata “Armatura del Mondo”.

Tuttavia, l’Armatura del Mondo non fu l’unica cosa che trovarono in quel luogo. Delle oscure figure si contorcevano sia sull’armatura che al suo interno. Come formiche su un insetto morto, i Krawler si affollavano sull’Armatura del Mondo. Erano tantissimi. Da un monocolo rosso fuoriusciva una bizzarra luce che riempiva il campo visivo del gruppo. L’orribile rumore dei gusci metallici dei Krawler che cozzavano l’uno contro l’altro dava vita a una roboante cacofonia, come se la terra stesse tremando. C’erano anche degli esemplari di livello superiore, dotati di forza molto maggiore rispetto ai Krawler che avevano sconfitto fino ad allora. Di fronte a questo terrificante spettacolo, il gruppo pensò che sarebbe stato azzardato provare a sferrare un attacco frontale. Così, decisero di avvicinarsi all’Armatura del Mondo evitando i Krawler.

A un passo dall’Armatura del Mondo, il gruppo di Auram venne bloccato da una schiera di Krawler. Per quanti mostri distruggessero, se ne facevano sempre avanti degli altri, calpestando i rottami dei caduti. Il gruppo, ormai diviso, era in difficoltà. Gli avventurieri erano esausti per la battaglia, che sembrava non avere mai fine. Impossibilitati ad avanzare, ora sembrava non potessero più neanche ritirarsi. Non avevano altra scelta che combattere fino all’ultimo. Ma in quel momento, proprio quando Auram e i suoi stavano per cedere, Lee si rivolse a loro: “Sconfiggendo l’X-Krawler superiore, dovreste riuscire a bloccare i movimenti degli altri Krawler”. Nel cuore della battaglia, Lee aveva scoperto che l’X-Krawler era il comandante dei Krawler.

Seguendo il consiglio di Lee, il gruppo sfondò l’assedio e si avventò sull’X-Krawler. L’X-Krawler resistette strenuamente, ma gli avventurieri erano molto determinati e alla fine riuscirono a sconfiggerlo. Appena il comandante crollò, le schiere di Krawler che circondavano il gruppo si immobilizzarono all’istante. Gravemente feriti, Auram e i suoi arrivarono finalmente sotto l’Armatura del Mondo, dove trovarono ben altro, oltre ai Krawler. Improvvisamente, dal cielo scesero sette sfumature di luce. Erano i Sette Cavalieri. I loro corpi emanavano un bagliore metallico, ognuno di un colore diverso dell’arcobaleno. I Meck-Cavalieri che dominavano l’umanità e il mondo intero erano scesi proprio in quel luogo.

Nonostante avessero sembianze umane, sembrava non fosse possibile comunicare con loro a parole, ed era evidente che non avevano nulla di davvero umano. Auram e i suoi tremavano al loro cospetto, incapaci di parlare. Silenziosamente, i Cavalieri allungarono le loro mani. In quel preciso momento, le mani generano un campo di forza che avvolse Ib. Era sfinita, completamente prostrata. La barriera magica generata da Ib non poteva nulla contro quel campo di forza. Il resto del gruppo cercò disperatamente di salvarla. Tuttavia, avvolti nella stessa luce da cui erano comparsi, i Sette Cavalieri, e Ib, svanirono nel nulla. Lee aveva messo tutti in guardia su quanto sarebbe stato pericoloso se la bacchetta di Ib e le altre Eredità del Mondo fossero finite nelle mani sbagliate. Auram e i suoi compagni partirono alla ricerca di Ib e della prossima Eredità del Mondo.

Ib è prigioniera. La bacchetta rituale rubata era stata chiusa nel nucleo del “Meck-Cavaliere Cielo Blu”, la sua fonte di potere. Anche se Ib era stata presa con la forza, per il momento i Meck-Cavalieri non le avevano fatto del male. Ib era pensierosa. La “Grande Oscurità” stava usando i Krawler per minacciare l’umanità. E se l’opinione che il genere umano aveva dei Meck-Cavalieri fosse stata sbagliata? Nel frattempo, Auram e i suoi raggiunsero la base dei Meck-Cavalieri dopo un lungo viaggio in cerca di Ib. Davanti a loro si estendevano le rovine di una civiltà dimenticata. Scheletri di edifici in rovina, da tempo sepolti dai movimenti del suolo, affioravano a stento dall’antica superifice del terreno.

Tra di essi spiccavano delle sagome artificiali che sembravano in perfette condizioni. Erano due Eredità del Mondo. Lo “Scudo del Mondo” brillava intensamente, mentre la “Lancia del Mondo” spuntava svettando dal terreno. Anche con il potere del Calice del Mondo, sarebbe stato folle sfidare i Meck-Cavalieri. Seguendo il consiglio di Lee, Auram e i suoi compagni decisero di raggiungere furtivamente lo Scudo del Mondo. Ma davanti al gruppo comparve un Cavaliere, e poi un altro. Prima non avrebbero avuto alcuna possibilità, ma ora era diverso. Dovevano salvare Ib. La loro determinazione li fece combattere con inaudita ferocia. Percependo il pericolo, i Meck-Cavalieri si trasformarono in un unico essere, il “Meck-Cavaliere Spettro Supremo”.

Auram e i suoi amici affrontarono il “Meck-Cavaliere Spettro Supremo”, il culmine del potere dei Meck-Cavalieri, in tutta la sua potenza. Quando le sorti della battaglia si fecero incerte, Ningirsu scagliò la sua lancia con un grande urlo. Il suo attacco però venne deviato dal “Meck-Cavaliere Spettro Supremo”, finendo per aprire un grande squarcio nel muro. Le fragili rovine non resistettero all’impatto e iniziarono a crollare. Approfittando della situazione, senza farsi notare dal “Meck-Cavaliere Spettro Supremo”, Ningirsu lanciò un rapido sguardo a Lee. Notando il cenno, Lee annuì impercettibilmente e sgattaiolò via dal campo di battaglia.

Aveva già comunicato le sue intenzioni: infiltrarsi nella base da sola e salvare Ib. Lee corse furiosamente fino a raggiungere Ib. Quando vide Lee, illesa, Ib tirò un sospiro di sollievo. Ma il momento di conforto terminò subito, appena apprese che gli altri stavano affrontando i Meck-Cavalieri. E se stessero sbagliando nel dare battaglia ai Meck-Cavalieri? Per socprirlo, avrebbe dovuto fermare immediatamente lo scontro. Mentre Ib stava ancora parlando, Lee, che era di fronte a lei, si voltò lentamente. Quando si erano incontrate, Lee aveva salutato Ib con il benevolo sorriso di una fata. Ma ora quel sorriso era diverso: era diventato cupo e maligno. Terrorizzata, Ib cercò di gridare, ma la sua mente piombò in una profonda oscurità prima che potesse emettere il minimo suono.

Auram e gli altri continuarono a combattere. All’improvviso la struttura fu scossa da un’esplosione. Immediatamente, Auram sentì che il Calice del Mondo si era risvegliato, anche se ora la sensazione era notevolmente amplificata. Tutti smisero di combattere e rimasero immobili. In quel momento, apparve una figura. Era in piedi sulla montagna di detriti di fronte a loro. Aveva l’inconfondibile aspetto di Ib, dalla testa ai piedi. Eppure, sul suo volto era dipinta un’espressione allucinata. I suoi occhi brillavano di una luce misteriosa e il suo corpo emanava un’aura maligna. Questi segni implicavano che la figura di fronte a loro non era la Ib che conoscevano. La sua risata non somigliava affatto a quella di Ib. D’un tratto si rivolse al gruppo confuso. “Sono Lee. Ora questo corpo è mio”. La dolce Ib non era più lì. Il timbro femminile della sua voce era inquinato da una dissonanza roboante.

Auram e gli altri la osservavano con un misto di rabbia e sconcerto. Incrociando il loro sguardo, il “Cavaliere dell’Incubo Corruttrice Iblee” emanò un campo di forza. Il campo di forza risucchiò implacabilmente il potere del Calice del Mondo da Auram e dagli altri, e ora minacciava di prendere anche le loro vite. A salvarli fu il “Meck-Cavaliere Spettro Supremo”, proprio l’essere che fino a un momento prima avrebbero voluto eliminare. Si gettò su di loro e il potere di Iblee si rivelò talmente forte da riuscire a scomporre il “Meck-Cavaliere Spettro Supremo”. Tornati a essere sette, i Meck Cavalieri subirono gravissimi danni. Poi Iblee, con la sua mano familiare, procedette a estrarre i nuclei da tutti i Meck-Cavalieri, uno dopo l’altro. Era ormai chiaro che sarebbe stato disastroso se Iblee fosse riuscita a ottenere sia il potere di Ib, che quello della bacchetta rituale. Per impedirlo, il “Meck-Cavaliere Cielo Blu” cercò di trasferire il controllo della bacchetta a qualcuno che non fosse Ib.

Per il grande valore dimostrato in battaglia, fu scelto Auram come nuovo controllore della bacchetta. Il potere di Iblee generò un’onda d’urto che scagliò Auram sul ciglio della rupe. Il “Meck-Cavaliere Cielo Blu” allungò il braccio per aiutarlo. I loro sguardi si incrociarono in silenzio. Auram sentì che il Cavaliere stava cercando di accumulare energia, quando improvvisamente divampò una luce sfolgorante. Un attimo dopo, Auram, con indosso una nuova armatura non appartenente al Calice del Mondo, e impugnando due spade, una per mano, si eresse sul ciglio della rupe, ormai trasformato nel “Meck-Cavaliere Avram”, nuovo controllore della bacchetta rituale.

La bacchetta rituale, che un tempo apparteneva a Ib, era stata tramanda di generazione in generazione nel villaggio della Forsta delle Stelle. Da essa dipendeva il destino delle stelle e in essa era racchiuso il potere in grado di sbloccare le Eredità del Mondo. Con una decisione fulminea, Auram era stato scelto come nuovo controllore della bacchetta, non dalla sua proprietaria Ib, ma dai Meck-Cavalieri. Ciò significava che quel potere era stato diviso tra Auram e Ib. Sapendo che, dentro di sé, Ib ancora possedeva parte di quel potere, Iblee si precipitò ad appropriarsi del potere della Lancia del Mondo, prima che riuscisse a farlo Auram. Auram la inseguì, determinato a fermarla. Tuttavia, sul suo cammino trovò i “Cavalieri dell’Incubo”, bestie generate dal potere contenuto nei nuclei che Iblee aveva sottratto ai Meck-Cavalieri.

Con i nuovi poteri appena ricevuti, Auram si trovò a fronteggiare la formidabile potenza dei sei “Cavalieri dell’Incubo”. Ningirsu, che era corso dietro ad Auram insieme a Imduk gli disse: “Li respingeremo noi. Tu prosegui”. La sua voce era calma, ma risoluta. Senza più il potere del Calice del Mondo, Ningirsu sapeva che non sarebbe riuscito a fermare Iblee, anche se l’avesse raggiunta. Senza aspettare la risposta di Auram, Ningirsu corse ad affrontare le bestie, con la sua lancia in mano. Anche se quasi impotente, Ningirsu riusciva ancora a maneggiare abilmente la sua lancia, quasi fosse posseduto. Quando il “Cavaliere dell’Incubo Sirena” venne sconfitto, tutte le bestie si voltarono all’unisono verso l’avventuriero con la lancia. Di sicuro voleva salvare sua sorella minore più di chiunque altro. Auram si lanciò all’inseguimento di Iblee e della Lancia del Mondo, sospinto e motivato dalla determinazione di Ningirsu. Dietro di lui, le urla eroiche di Ningirsu riecheggiavano mentre affrontava valorosamente i demoni.

Auram si precipitò verso la base della Lancia del Mondo, ma ormai era troppo tardi. Quando arrivò, Iblee aveva già completato la sua attivazione. Grazie al nuovo potere della Lancia del Mondo, Iblee attaccò Auram con aggressività. La sua forza distruttiva era tale che ogni suo colpo scuoteva la terra. Auram la affrontò da solo. Sopraffatto da tutti quegli attacchi, Auram si accasciò ferito. Iblee raccolse la spada caduta ad Auram e iniziò a muoverla ripetutamente, come se volesse capirne il peso. Poi si avvicinò per infliggere il colpo di grazia ad Auram. Lui non riusciva a muovere la parte superiore del corpo, tantomeno ad alzarsi in piedi.

Quando Iblee sollevò la spada per finirlo, una piccola ombra fuoriscì dal mantello di Auram. Il giovane drago Imduk evocò il suo potere ultraterreno tra i due combattenti, determinato ad aiutare i suoi compagni nel momento del bisogno. Quel potere soppresse il male che albergava in Ib, anche se solo temporaneamente. Libero dalla presenza malefica di lee, lo spirito sopraffatto di Ib si risvegliò. Auram giaceva a terra, impotente, Imduk era ormai privo dei suoi poteri e incapace di muoversi. E Ib brandiva fermamente una spada.

Rendendosi conto della situazione, prese una decisione. Solo lei poteva porre fine ai malvagi piani di Lee. La sua mano strinse la spada talmente forte da tremare. Lee capì le intenzioni di Ib e cercò di resistere, ma lo spirito risvegliato di Ib ebbe la meglio. Le sembrò di vedere il suo amico d’infanzia gridare disperatamente verso di lei. La giovane ragazza fece dei respiri brevi e rapidi, puntò la spada verso se stessa e… Quando arrivò, Ningirsu vide il suo amico d’infanzia che teneva fra le braccia il corpo esanime della sua sorellina, chiamando ripetutamente il suo nome. Di fronte a questa scena crudele e surreale, il fratello maggiore non poté fare altro che restare immobile, muto e stordito.

(Fonte: Yu-Gi-Oh! Master Duel)

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